Persi nei nonluoghi
Siamo dentro a un negozio Starbuck’s; senza guardare fuori dalle vetrine capiremmo in che parte del Mondo ci troviamo? No, vero?
Il mondo attuale è pieno di quelli che Marc Auge, un grande antropologo francese, ha definito “nonluoghi”. Aeroporti, fastfood, grandi catene commerciali, tutti questi luoghi si presentano uguali in qualsiasi parte del mondo, e non ci fanno capire dove siamo. Sono luoghi che non producono identità.
Ritroviamoci a Casa (Corsini)
Il co-work invece ambisce a diventare non solo uno spazio di lavoro, ma un luogo quotidianamente praticato e investito del lavoro di produzione di identità personale e collettiva. Un luogo dove ci si rispecchia e ci si sente finalmente membri di una comunità che si struttura su rapporti personali a faccia a faccia. Uno spazio diventà così un luogo: ovvero un’estensione dello spazio in cui si incrociano le traiettorie di vita di molte persone.
Dalla comunità al business
Pensate a cosa significhi per la vostra crescita personale e professionale trovarsi proprio al centro di una grande rete di relazioni con altri come voi. Muri, wi-fi, arredi accoglienti e belle strutture sono importanti, ma il vero valore offerto dal Cow-working è proprio questo: la creazione di una comunità in cui far esplodere la propria personalità creativa, professionale e etica.
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